Baobab e altre storie

baobab

“Ebbene sul pianeta del piccolo principe ci sono dei semi pericolosissimi… e questi sono i semi di baobab. L’intero suolo del pianeta ne era infestato. E non si riesce più a disfarsi di un baobab, se non lo si estirpa per tempo. Finisce per occupare il pianeta intero. Lo perfora con le sue radici. E se il pianeta è troppo piccolino e i baobab sono troppi, lo fanno scoppiare.”  Antoine de Saint-Exupéry – Il Piccolo Principe

Quando si inizia a pensare ad un viaggio in Madagascar di solito si ha solo un’immagine ben chiara in mente: il tramonto in quella fantastica strada sterrata dove degli enormi baobab si ergono strani e severi, qualcosa che sembra appartenere ad un altro mondo lontano.

Si cerca quindi il posto e si scopre che si chiama Allèe des Baobabs e che si trova in una zona piuttosto isolata e selvaggia del Paese, sulla costa Ovest vicino alla città di Morondava. Fino a pochi mesi fa la strada da Antsirabe era pessima e ci volevano almeno 15 ore di viaggio ( se tutto andava  bene ), ma adesso hanno fatto qualche lavoro e il viaggio è diventato più accettabile, sulle 10-12 ore. Resta comunque un viaggio molto faticoso in taxi brousse e tra una cosa e l’altra ci perdi tutto il giorno. Al ritorno infatti visto che avevo tempo da perdere l’ho diviso in due tappe, mi sono fermato nella strana Miandrivazo sulle rive del grande fiume Tsiribihina, che nasce proprio in quella zona dalla confluenza di altri due fiumi. Tutto sommato un bel posto ( il paesaggio nei dintorni è uno spettacolo ), con gente molto amichevole, anche se è soprattutto una località di passaggio.

morondava

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Morondava ha un bel fascino tipico delle città che si trovano in luoghi remoti lontani da tutto. La gente è tranquilla e rilassata ( il mora mora qui è una religione ) e nessuno si affanna mai per nulla, è davvero un posto ideale per mettere lo zaino in un angolo e godersi la vita per qualche giorno. In più secondo me ci sono le donne più belle di tutto il Madagascar, alcune sono di una bellezza veramente disarmante. Qui ci sono i côtiers, molto diversi dai gruppi di origine asiatica che vivono sull’altopiano. Appartengono al gruppo etnico Sakalava, quello che ha le radici più vicine all’Africa. Possono essere sia musulmani che cristiani protestanti, ma hanno moltissime strane tradizioni animiste legate a spiriti, magia nera e taboo.

La sera si sentono chitarre, tamburi o musica reggae. E’ un posto dove ovviamente c’è un certo giro di turisti ma non in questa stagione, anzi gran parte dei resort sono chiusi o vuoti. C’è anche una spiaggia notevole a mezzaluna con bella sabbia bianca, palme e mare turchese ma molto trascurata, anche perché i turisti qui in genere ci vengono praticamente solo per vedere il famoso Parco Tsingy di Bemaraha ( quello con la foresta di pietra, uno dei siti Unesco del Madagascar ) e i baobab, non sono molti quelli che si fermano a lungo. E’ anche ideale per andare a gustarsi bellissimi tramonti, sorseggiando una birra fresca o un cocktail di rum locale. Ha una certa fama come “paradiso” culinario ma si tratta soprattutto di pesce e crostacei vari, quindi da vegetariano non posso dare un giudizio affidabile.

Anche se fa un gran caldo decido che il posto mi piace e quindi anch’io butto lo zaino e pago l’hotel ( che in realtà è più una specie di appartamento in un condominio ) per una settimana, e mi faccio una full immersion in questa atmosfera super rilassata.

baobab

allèe des baobabs

morondava

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L’Allèe des Baobabs si trova ad una ventina di chilometri da Morondava ma è abbastanza complicato arrivarci con mezzi pubblici ( anche se fattibile se si hanno ore da perdere ), perché metà strada è sterrata e perché ci si va per vedere il tramonto e il ritorno sarebbe più complicato col buio. Una buona mossa potrebbe essere andarci con una tenda per poi godersi anche l’alba, anche se non so come sia la situazione sicurezza in quelle zone. Meglio comunque prendere un taxi, che nel mio caso è una scassatissima Renault 4 verde che ha davvero solo il minimo indispensabile per funzionare ( e non oltre i 50-60 all’ora ). Bisogna contrattare un po’, i tassisti ovviamente cercano di fare i furbi, ma i prezzi sono abbordabili anche per noi vagabondi.

Lasciata la strada asfaltata prendiamo la strada sterrata, che in realtà è anch’essa una strada statale, la RN8 che porta a Belo sur Tsiribihina. Si procede quasi a passo d’uomo tra i profondi solchi della strada, c’è un sacco di gente che torna nei villaggi a piedi, coi cyclo pousse o con carri trainati da buoi. Poi si iniziano a vedere le silohuette dei primi baobab, che sono sparsi qua e là in un’area piuttosto vasta e sono praticamente gli unici alberi rimasti: questa era una giungla ma è stata completamente cancellata dalla deforestazione. Si sono salvati solo perché sono alberi sacri per i locali, il baobab infatti è considerato da sempre l’albero della vita, sia qui che nell’Africa continentale. E’ sacro per vari motivi, per la sua strana forma ( alcuni dicono che sembrano degli alberi normali sradicati da un gigante e ripiantati al contrario ), perché è in pratica una gigantesca succulenta che raccoglie enormi quantità d’acqua nel tronco e perché i suoi frutti sono molto nutrienti e hanno proprietà benefiche medicinali.

Questi sono i baobab più grandi in assoluto ( adansonia grandidieri ) e crescono solo qui nel Madagascar Occidentale, quindi vanno protetti e rispettati.

morondava

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baobab

Appena si arriva all’Allèe si ha subito la sensazione di essere davanti ad una delle meraviglie del mondo, anche perché è davvero qualcosa di unico e non c’è nulla di simile altrove. In questa zona ci sono tanti baobab ma in genere sono isolati, mai in gruppi numerosi. In questa Allèe des Baobabs invece ce ne sono una ventina vicini e molto grandi, quasi tutti oltre i 30 metri. I più vecchi hanno quasi 1000 anni. Fortunatamente quando arrivo ci sono solo un fotografo e 4 o 5 russi che stanno bevendo birre al chiosco, quindi ho tutto il tempo di godermi il posto in pace, prima che arrivino i turisti. Poi in realtà arriveranno un’altra decina di persone al massimo, quindi avrò occasione di scattare le mie foto con calma e anche di assistere in silenzio a questo spettacolare tramonto. Inutile dire che il posto è molto fotogenico e si possono portare a casa delle gran belle foto. Difficile farne di originali perché alla fine il soggetto è noto e strafotografato, ma è senza dubbio una gran goduria per i fotografi paesaggisti.  In questo caso la bassa stagione è ideale perché gran parte della gente che viene qui va prima al Parco degli Tsingy che però in questo periodo è chiuso, quindi non c’è quasi nessuno e sembra davvero una strada normale con la gente del posto che va e viene.

Secondo me in casi come questo se ci sono centinaia di persone che fanno casino, che si fanno i selfie col bastone o che pagano i bambini per le foto si rovina la magia del luogo e diventa qualcosa di più simile ad una visita alla classica attrazione turistica tipo Angkor o il Taj Mahal. Ma forse è proprio ciò che cercano quasi tutti i viaggiatori del terzo millennio: conta sempre di meno la poesia e lo stupore da bambino e sempre più la foto e la ”bella esperienza” da condividere sui social ( che poi va benissimo anche quello se piace, ma non è la cosa più importante ).

E qui, mentre il sole scende piano tra i rami dei baobab  e sparisce all’orizzonte, di poesia ce n’è tanta.

morondava

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